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ANCORA FIDUCIA NELL’EURO


ANALISI COT REPORT del 19.03.2023


-CONTESTO



Riprendiamo la nostra rubrica settimanale dedicata all’analisi dei dati provenienti dal COT report, analisi che avevamo messo in standby per i problemi tacnici della CFCT nella rilevazione dei dati che ha portato fino a 4 settimane di ritardo.

I dati che prendiamo in esame restano ancora lontani dai prezzi attuali, ma la cfct ha dichiarato di riportarsi in linea con la consueta tempistica della prossima rilevazione di marzo 2023.


In attesa di dati più attuali ci sembra opportuno riprendere il filo che ci porta fuori dal consueto dedalo dei mercati finanziari per proseguire il nostro percorso.

I mercati vivono giorni di incertezza e paura, da prima la fiducia con i dati sull’inflazione Usa che sembrano essere ancora impostati a ribasso a dare quindi speranza in una politica monetaria meno aggressiva, considerando soprattutto l’ultima rilevazione dell’ IPC che passa dal 6.4% al 6.0% su base annua. A dare ancora speranza per una FED più accomodante troviamo gli ultimi avvenimenti relativi alla Silicon Valley Bank, che ha travolto il comparto financials e che ha costretto le banche centrali ad intervenire per dare sostegno a quello che altrimenti sarebbe potuto diventare un disastroso effetto domino. La necessità di proteggere i bilanci delle banche commerciali molto esposte sull’obbligazionario sovrano potrebbe dare una spinta notevole alle decisioni di politica monetaria della FED, che si trova costretta ad allentare le tensioni e mirare a potenziali tagli tassi del costo del denaro entro quest’anno.


Il bisogno di sostenere ancora il debito sovrano, di sostenere i consumatori che restano il pilastro portante anche per le banche commerciali che si troverebbero altrimenti assaliti dai prelievi e chiusure conti, sembra essere una necessità alla quale non si può trasgredire e che supera di gran lunga la lotta all’inflazione.

Più robusta la condizione europea che ,anche secondo le parole dalla Lagarde, ha un sistema bancario più robusto, con maggiori coperture dai possibili rischi per i correntisti, cosi da tutelare l’intero sistema creditizio dando fiducia alla robustezza richiesta da un eventuale assalto ai conti correnti. Ciò non di meno le ultime vicende legate a Credit Swiss mettono aloni di timori sulle condizioni e necessità dell’economia europea, ma per ora la BCE da iniezione di fiducia. Alla luce di questa fiducia la BCE alza come da attese i tassi di interesse di 50Bp , ma non di meno i pericoli e la paura di portarsi oltre la cura ed anticipare un calo più corposo dell’inflazione rimane, pertanto restano aperte le porte a potenziali retromarce sulle sue decisioni: si continuano di fatto ad osservare le reazioni dell’economia reale.

Sulla base del quadro economico generale, le mani forti sembrano prediligere ancora la moneta unica rispetto al dollaro americano che continua a vedere cali nelle posizioni long dei non commercials, non di meno si evidenzia la posizione netta corta sugli indici USA che dilaga su tutti i comparti e pesa molto nella valutazione generale del sentiment azionario.


Come detto in apertura i dati analizzati restano dati molto precedenti alle attuali contizioni di mercato, perchè di fatto rilevazioni di 3 settimane orsono, ma valide per ricordarci dove eravamo rimasti e valutare il quadro tecnico di tutti gli asset in esame




-FOREX:



il comparto valutario resta in forte indecisione, pochi gli asset che possono vantare direzionalità, mentre la maggioranza rimane legata a forti trading range che oscillano non lontano dai prezzi di apertura di questo 2023.

La forte fase di incertezza non ha quindi permesso ancora la nascita di un vero macrotrend per questo 2023 e nell’attesa che qualcosa cambi i large speculators restano non lontani dalle posizioni in essere già ad inizio anno.



EURUSD





Resta prediletta la moneta unica, che trova ancora i large speculators con 148 000 posizioni nette lunghe, e sebbene la rilevazione sia non recente, possiamo dire che il quadro tecnico supporta la tesi di posizioni long eurusd. La tenuta di 1.05 area dimostra ancora la buona impostazione rialzista di questo asset su base temporale daily e se consideriamo la possibilità di un dollaro USA in calo che guarda a tagli tassi in questo 2023, non possiamo non credere in approdi verso 1.0750-75.




GBPUSD





Rientrano anche le posizioni corte sulle sterline, che sono oramai prossime a zero. La forte riduzione delle net positions short è sostenuta dalle medie che restano impostate a rialzo sulle rilevazioni COT e che guidano le posizioni ad una netta inversione di tendenza. La fiducia nella sterlina sembra ritornare, per quanto non siano terminate le sfide che attendono il Regno Unito e la BEO in questo 2023 ancora alle prese con un’inflazione sui massimi , oltre il 10% ancora le ultime rilevazioni, ma non di meno lo scampato pericolo di una recessione tecnics mantine vive le speranza.

Il quadro tecnico porta ad un forte range dei prezzi che restano compresi tra 1.1840 e 1.2460 oramai da fine 2022 , ma l’attuale impostazione rialzista sembra porre sotto la laente le resistenze di 1.22 e 1.2275.



USDJPY





Non riesce ad invertire la rotta del 2022 lo yen giapponese, che pur cambiano guida alla BOJ con UEDA non trova cambio nell’impostazione di politica monetaria, che rimane estremamente accomodante ed espansiva. Nasce dunque per questo 2023 una lotta di debolezza con il dollaro Usa, che dopo il breve rally rialzista che ha portato le quotazioni ancora una volta a 138 figura, sembra ora ripiegare verso i minimi di 127.25. strada lunga che deve essere coadiuvata da un dollaro Usa debole per approdare in primis a 129.85 e 128.10 poi.



AUDUSD




Non ha vita facile il dollaro australiano, sul quale hanno pesato da un lato il mood di risk off sui listini modiali di inizio anno, e dall’altro le scelte della banca centrale australiana, che teme di anticipare la curva e pur avendo un’inflazione sui massimi del 7.8% prosegue con rialzi tassi di soli 25Bp. La politica cosi poco aggressiva non piace ai mercati che scaricano dollari australiani da inizio anno, per trovare solo nell’ultimo mese una buona chiusura di posizioni nette corte. Le mani forti si portano ora a -24824 contratti netti short, in forte calo rispetto ai miniimi di -50500 visti a novembre scorso, il che lascia pensare a potenziali accumuli di contratti long per mirare a delle ripartenza.

La speranza di ripartenza rialzista del dollaro australiano deve essere sostenuta da un mood di risk on forte anche nel comparto equity che potrà essere innescato solo dalla FED.

Il quadro tecnico mostra un’ottima tenuta dei miniimi di 0.6560 che ha portato ora le quotazioni a 0.67 figura per guardare con fiducia a 0.6780 prima 0.6850 poi.



USDCAD





Pesantezza ancora per il dollaro canadese, che ora trova la BOC in una condizione di stallo con i rialzi tassi , portati ora al 4.50%, in attesa di una risposta da aparte dell’economia reale all’effetto cumulativo dei rialzi tassi messi in campo fino ad oggi.

La caduta del petrolio o aiuta il dollaro canadese, che ne segue le sorti e porta i large speculators ancora a -29202 contratti netti, lasciando cosi voalre a rialzo usdcad, che si trova ora sopra i supproti di breve di 1.3660 e mira al test delle resistenze di 1.3860.



USDCHF





Interessanti le dinamiche sul franco svizzero che ora gode delle aspettative di una banca centrale ancora aggressiva nel rialzo tassi che potrebbero superare l’1% andando in territori inesplorati da oltre 20 anni.

Questo porta ad una buona forza del franco svizzero che le mani forti lottare per un posizionamento netto long, che tarda ad arrivare, con -10880 contratti nella rilevazione esame che ricorsiamo essere tardiva di ben 3 settimane.

Il quadro tecnico mostra un ampio trading range, che va da 0.9080 a 0.9440, area che contiene i prezzi da inizio 2023.



NZDUSD





Migliore il quadro per il dolalro neozelandese rispetto al dollaro australiano, grazie alle decisioni di una RBNZ piu aggressiva che non teme le strozature dell’economia e affronta a vso aperto l’inflazione.

Questo porta le mani forti a +5627 contratti netti long e a prezzi che testano già le resistenze di 0.6275 e guardano ora 0.6380 come prossima area di resistenza a cui approdare.


USDINDEX





Concludiamo il quadro valutario con il dollar index, che ora sente le pressioni di una FED meno aggressiva che porta ad una strutturale debolezza del dolalro USA con le mani forti a 12550 contratti netti long, in calo continuativo e sotto le sue medie mobili che giudano a ribasso l’interesse delle mani forti.

Il quadro tecnico conferma la debolaezza del biglietto verde che ora guarda 103.45 come primo approdo per ppoi puntare a 102.50 e 100.83 in ultimo.


-EQUITY:


S&p500





Il mondo azionario rimane sotto pressioni di sfiducia per il posizionamento delle mani forti, ma ripetiamo ancora che l’attuale rilevazione è molto indietro temporalemnte e dati gli ultimi avvenimenti potrebbe non rispecchiare l’esatto sentiment dei non commercials.

Ciò non di meno l’sp500 resta sopra i supporti di 3800 pnt in attesa della FED per eventuali allunghi rialzisti sopra 3980 per allungare a 4082 pnt, il che porterebbe a drastiche riduzioni dell’asseto ribassista dei non commercials.



NASDAQ





Migliore il quadro dei tech,che non hanno di fatto mai visto le pressioni ribassite dei non commerical che si sono vissute sull’SP, e trova ora solo 12425 contratti netti corti. Il quadro tecnico decisamente migliore vede le quotazioni a ridosso delle resistenze di 12760 pnt ultimo baluardo prima di allunghi ulteriori verso 12900 e 13215 pnt.


DOW




Piu pesante il quadro del DOW che trova i non commercials corti con 12705 contratti e un quadro tecnico ribassita più spintocon il break out dei supporti di 32474 pnt e al test dei supporti di 31550 pnt. Attenzione dunque ai possibili break out ribassisti che penalizzerebbero il settori industriale.


Russell





COMMODITIes


NGas





Per il comparto commodities troviamo ancora il nGAs sotto pressione ribassista, con -156399 contratti short da parte delle mani forti che si rispecchiano in una dinamica dei prezzi che in linea con il sentiment vede i prezzi sui minimi di 2.338$ con poche speranze per ora di vedere inversioni nette di tendenza che non siano assimilabili a brevi respiri.


Aggiungiamo di seguito i grafici e le posizioni dei large speculator degli altri asset energy:







GOLD






Per il settore metalli prendiamo in esame il gold che vede le mani forti long con 98474 contratti , ma il ritardo dei dati cot report pesa sulle dinamiche invece di altissima volatilità di questo asset.

La price action bene esprime la caduta sia del dollaro USA che del comparto obbligazionario , che permette al gold di ritrovare il suo ruolo assoluto di bene rifugio che lo porta al test dei massimi i di 1988$ prossimo oramai ai 2000$.

Aggiungiamo di seguito i grafici e le posizioni dei large speculator degli altri metalli:










Rimaniamo pertanto legati ai prezzi seguendo le dinamiche di alta volatilità ed incertezza che stanno guidando i mercati.


buon trading


Salvatore Bilotta


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