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Immagine del redattoreSalvatore Bilotta

ELEZIONI USA E DEBITO PUBBLICO

                  ANALISI SETTIMANALE COT REPORT del  03.11.2024


MARKET BACKGROUND


Entriamo in una delle settimane più importanti di questo 2024 , gli equilibri mondiali saranno decisi con le elezioni USA del 5 Novembre e da li gli operatori potranno implementare le strategie studiate nel doppio scenario di vittoria repubblicana o democratica.

Un vittoria da parte di Camala Harris , che ha di fatto ereditato l’operato di Biden sembra preoccupare poco i mercati internazionali, in quanto percepita più come una prosecuzione del mandato Biden che un vero e proprio cambiamento di rotta, mentre a suscitare più preocupazioni sono gli scenari di vottoria , più o meno schiacciante, di Donald Trump.

Un nuovo governo Trump potrebbe ricreare il medesimo anbiente nazionale ed internazionale vissuto nella scorsa presidenza e sebbene le politiche interne possano averne giovamento, le idee protezionistiche potrebbero cambiare radicalmente gli equilibri internazionali sia nel commercio che nel quadro geo politico piu ampio.

I mercati hanno studiato scenari dove il forte protezionismo di Trump, che ha già annunciato dazi in ingresso al 10% e un agguerrito 60% per i prodotti provenienti dalla Cina, rallenterebbero la già modesta crescita economica globale, rendendo particolarmente complessa una ripartenza della Cina e per ovvia conseguenza un rallentamento dell’Europa.

Il progetto di Trump resta fermo nel rilanciare l’economia USA , partendo dalle politiche interne , politiche che tuttavia richiedono ingenti fondi: detassare famiglie ed aziende significherà farsi carico di mancate entrate nel bilancio federale, che non gode al momento di estrema salute.

Sebbene la lotta all’inflazione non abbia portato alla tanto temuta recessione, possiamo oggi dire che un certo rallentamento nella crescita economica USA si è ugualemnte verificato, special modo nel mercato del lavoro e fare dunque affidamento su una costante crescita del PIL per ampliare la base del debito non sembra un fondamento più tanto solido.

Mettere in campo progetti di crescita e detassazione vorrà dire aumentare il rapporto debito /pil, basandosi su fortissime incertezze di crescita futura e portando a pressioni indubbie sulla FED per nuove politiche monetarie più accomodanti che possano ridurre i costi di debito e agevolare l’accesso al credito, scenario ideale per una ripartenza dell’inflazione!

Vediamo come si sono comportati i mercati e gli operatori in vista di questo potenziale scenario macro:





FOREX

Il mercato valutario che dapprima valutava un percorso rapido di taglio tassi da aprte della FED, intenzionata a ragiungere e trovare il tasso di equilibrio, ha dovuto rivedere la sua prospettiva e rivalutare le posiizoni prese settimane fa. Un mercato del lavoro che dava segnali di rallentamento , PMI che avevano subito battute di arresto sembravano i segnali giusti per un rallentamento dell’economia ed un via libera alla FED per procedere alla normalizzazione delle politiche monetarie, i gestori si sono adeguati iniziando le vendite di dollari USA e acquisti di majors concorrenti. Nelle ultime settimane lo scenario si è capovolto, ancora una volta l’economia USA si sta dimostrando resiliente, con un’inflazione che va si rapidamente ai target del 2% , ma che non trova un peggioramento nelle condizioni macroeconomiche, mentre il resto delle economie mondiali subisce ora i danni delgi alti tassi di interesse. Come sempre quando l’economia mondiale rallenta ad eccezione di quella USA ecco che il dollaro torna a far da padrone, e domina la scena valutaria


EURO FX


Le posizioni short dei non commercials sulla moneta unica continuano ad aumentare, passando ora a -50304 contratti netti con -21780 contratti la sola scorsa settimana. L’economia EU langue , con PMI sempre in area di recessione, con la locomotiva tedesca che non ha stimoli ne prospettive di crescita ed ora anche un quadro inflattivo che protende alla Deflazione. Sebbene la BCE abbia già intrapreso il percorso di normalizzazione delle politiche monetarie non sembrano esserci le condizioni di una ripresa della crescita e una futura presidenza Trump non aiuta a sperare in meglio.

Il quadro tecnico su base daily evidenzia il pessimo mese di ottobre da poco concluso che ha visto le quotazioni passare da 1.1250 a 1.0775, sebbene l’ultima settimana abbia dato spunto per dei respiri rialzisti, le quotazioni si sono fermate ai primo LVN sul composito annuale a 1.0930 dimostrandosi incapaci di raggiungere il POC annuale a 1.0970. Le quotazioni al momento sembrano sostenute dalla trend line supportiva di lungo periodo nata dai minimi del 15.04 che passa ora a 10780-90, una sua violazione a ribasso potrebbe aprire ad ulteriori affondi  verso i minimi di 1.07 prima e 1.05 poi.



BRITISH POUND

Il Regno Unito si è trovato a dover combarre un’inflazione più resiliente, a causa della forte crescita salariale che ha non poco turbato la BoE. Anche in questo caso l’economia UK ne ha risentito e sebbene ci sia stato un’importante cambio di rotta nella guida politica, le carenti possibilità del bilancio nazionale hanno portato esclusiavamente alla contemplazione di tagli alla spesa pubblica, senza lascair spazio ai necessari investimenti atti alla ripartenza dell’economia UK.

I non commercials che avevano incrementato le posizioni long , sulla speranza che la nuova guida politica desse slancio alla crescita si sono trovati delusi e hanno dovuto rivedere le loro posizioni , passando di fatto dai massimi di 132902 contratti netti long agli attulai 66356 contratti , e ancora l’ultima settimana ha visto posizioni nette per -8220 cpontratti.

Il quadro tecnico evidenzia il pessimo mese di ottobre, con le quotazioni che hanno lasciato i massimi di 1.35 per approdare agli attualei 1.2830. la trend line supportiva , nada dai minmi di metà aprile 2024 è stata violata a ribasso , portando le quotazioni al test del primo LVN del composito annuale a 1.2830, proiettando ora le quotaizoni al POC annuale di 1.2725.



JAPANESE YEN

Nulla di fatto per lo yen giapponese, dopo che la BoJ è intervenuta questo 2024 ben tre volte, per contenere la caduta della valuta nipponica, i mancati interventi di rialzo del costo del denaro e la scarsa crescita dell’inflazione interna, portano a continue vendite di yen. La forza del dollaro USA e la prospettiva di un tasso di interesse ultimo intorno al 3% , lasciano aperti gli scenari di carry trades che hanno guidato le quotaizoni per tutto il 2023-24.

I non commercials riprendono le vendite di yen giapponese , portando la posizione totale netta a -24817 contratti, con la sola scorsa settimana che si attesta a -37588 contratti.

Il quadro tecnico del futures yen mette in luce ancora un mese di ottobre da dimenticare, con le quotazioni che dopo aver riconquistato il POC annuale  a 0.007090 sono crollate a 0006575. Innegabile ora la possibilità di raggingere nuovamente i miniim di 0.006325 special modo se la BoJ non dovesse nuovamente intervenire a sostegno della valuta nazionale.



AUSTRALIAN DOLLAR

Stabile la fiducia dei non commercials nella valuta australiana, dove la crescita economica è messa in crisi dalla mancata ripartenza dell’economia partner cinese e dalla crescita globale asfittica che potrebbe portare ad una scarsa domanda di materie prime. Tuttavia la RBA ha piu volte deciso di lasciare invariato il costo del denaro in virtù di un’inflazione che resta tra le piu alte del gruppo delle prime economie mondiali.

Il posizionamento dei non commercials resta a 27516 contratti netti long, il che lascia intuire una speranza ancora long per il dollaro australiano, che tuttavia abbandona le aree di massimo viste ad inizio ottobre di 0.6950 per riportarsi al POC del composito annuale a 0.6570. L’estrema forza del dollaro USA non lasica spazio alla valuta oceanica che sembra ora puntare ai primi LVN del composito annuale a 0.6518 e 0.65 figura.



CANADIAN DOLLAR

Poca Speranza sull’economia canadese, che vede un rapido declino dell’inflazione che si porta nel dato Core YoY a +1.6% , portando la Boc ad una serie di tagli tassi che portano il costo del denaro dai masimi di +5% all’attuale 3.75%. La crescita economica canadese rimane asfittica e la BoC spera in una ripartenza nel 2024 , con una media del 2.25%. La crescita sfittica , rallentata dalla debole domanda dei consumatori ( scesa al +1.5% nell’ultim trimestre dal precedente +2.75%) mina la fiducia nell’economia canadese.

I non commercials quindi continuano a vendere dollari canadesi passando cosi a -167499 contratti netti, con una quinta settimana consecutiva di vendite.

Innegabile la caduta del futures che dai massimid i 0.7450 si è portato da prima al test del poc annuale a 0.7340 per poi affondare sui minimi annuali a 0.7525 ed infine aggiornare i minmi a 0.7175. prosegue quindi la corsa a ribasso del canadese che non trova ora motivi sostanziali per essere comprato.



NEW ZEALAND DOLLAR

 

SWISS FRANC

 

U.S. DOLLAR INDEX

 

-           INDICI

Il comparto equity che dapprima ha vissuto una fase rotazionale, dove gli investitori sembravano intenzionati a cercare maggior valore in aziende meno care di quelle tech sono ora tornati nel mood dell’AI.

I futuri tagli tassi della FED e l’idea di una continua crescita dell’economia USA proiettano gli investitori a ricercare asset che potrebbero trovare vantagglio dalle future crescite economiche nazionali, ma come sempre il prezzo da pagare deve essere conveniente. Ad oggi il settore tech è parso decisamente caro in termini di multipli e gli investitori hanno preferito differenziare i portafogli allargando la base, e dando piu spazione alle small cap. Tuttavia le aspettative potive sul settore dell’AI non sono terminate e sebbene i multipli di diverse aziende leader siano da capogiro, le fortissime aspettative spingono gli investitori a non abbandonare il comparto.

La congiuntura di un anno elettorale, con la stagionalità rialzista tipica dell’ultimo trimestre dell’anno con il plus di prossimi tagli della FED sembrano essere il mix ideale per rendere questo 2024 l’anno migliore in termini di performance, dell’ultimo ventennio.

 

 

S&P500

Tornano gli acquisti sul primo indice mondiale, con i non commercials che si spingono a +62698 contratti long, il che proietta ad un’idea di nuovi massimi per l’Sp500.

L’ultima settimana, oramai alla vigilia delle elezioni USA ha trovato nelle quotazioni doverose prese di profitto, che sebbene non abbaino invalidato il fortissimo trend long , ha permesso alle quotazioni di lasciare le aree di massimi di 5927.25 pnt, per approdare al primo vero LVN annuale a 5733.12 pnt, minimi del mese di settembre. Gli storni che riteniamo fisiologici e necessari per offrire valide opportunità di ingresso in trend, potrebbero espandersi fino a 5698 pnt, area di confluenza tra un HVN e le medie 100 e 200 giornaliere.

 

NASDAQ

Sul settore tech in forte calo le posizioni long nette che si portano a sole 5122 contratti, pur non lasciando mai il trend princiale rialzista per l’OI dei non commercials.

Il quadro tecnico anche per il nasdq vede respiro dai massimi dello scorso mese. Si lasciano quidni le aree di 20782.55 punti per approdare ai primi LVN a 19910 pnt area di confluenza con le medie a 100 e 200 periodi daily. Riteniamo ancora necessari questi respiri per rendere il mercato efficiente e dare opprotunità di ingresso a prezzi migliori.



DOWJ

 

RUSSEL

VIX

 

-          COMMODITIES:

Il comparto delle commodities si focalizza sul gold e sul wti. Il metallo giallo resta l’asset di copertura per eccellenza, da un lato comprato anche dalle banche centrali che non trovano più il debito pubblico USA come garanzia principale, dall’altro gli investitori devono avere coperture dal rischio elevato di comprare azionario non lontano dai massimi e con multipli elevatissimi.

Mentre il gold quindi vive una fase di correlazione diretta molto forte con l’azionazio USA, il WI vive fase di incertezza legata agli eventi esogeni in medio oriente. L’analisi della domanda e dell’offerta globale, proietta ad un surplus di offerta tale da spingere l’OPEC + a rimandare gli aumenti di poduzione previsti per questo mese di novembre, d’altro canto i timori di un’escaltion delle tensioni in medio oriente minacciano le potenzialità di offerta e lasciano la porta aperta a rialzi delle quotaizoni.



NATURALGAS



CRUDE OIL

I non commercials continuano a ridurre le posizioni long sul WTI che passano a 151877 contratti , si evidenzia cosi come gli eventi esogeni non coinvolangano al momento le decisioni di investimento dei non commercials che restano legati al rapporto domanda / offerta.

Le quotazioni oscillano intorno al POC annuale a 70.00$ che resta a nostro avviso il fair value dell’asset in questa fase. Le prime resistenze a 72.20$ lasciano le quotazioni nel range compreso dai supporti di 66.90$, area di confluenza con la trend line supportiva si medio periodo nata con i minimi del 10 settembre



SILVER

PALLADIUM

GOLD

COPPER

 

-          OBBLIGAZIONARIO:


Nota per il mondo obbligazionario che trova le fortissime vendite delle scadenze brevi da parte dei non commericals che in vista di un potenziale aumento del rapporto debito /pil sembrano intenzionati a ricercare rendimenti maggiori per acquistare debito USA. Stabili invece le lunghe scadenza.



2 YEARS T-NOTE

5 YEARS T-NOTE

10 YEARS T-NOTE

30 YEARS T-NOTE

 

 

 

buon trading

Salvatore Bilotta



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