Equity Strategy - rapporto di J.P. Morgan
- Salvatore Bilotta
- 5 mar
- Tempo di lettura: 4 min
𝐭𝐨𝐝𝐚𝐲'𝐬 𝐢𝐧𝐬𝐭𝐢𝐭𝐮𝐭𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥 05.03.𝟐𝟎𝟐𝟓
Il rapporto di J.P. Morgan, intitolato "Equity Strategy" e datato 3 marzo 2025, offre un'analisi approfondita del panorama del mercato azionario globale, concentrandosi su prospettive regionali e settoriali.
Condizioni Attuali del Mercato e Rischi:
Il rapporto inizia discutendo i potenziali rischi a breve termine dovuti a un rallentamento dell'attività economica, dove indicatori come la fiducia dei consumatori, le vendite al dettaglio e i PMI dei servizi mostrano segni di indebolimento. Questo suggerisce possibili rallentamenti economici di breve termine che potrebbero impattare le performance del mercato
Federal Reserve e Politica Monetaria:
La risposta della Federal Reserve a queste condizioni è cruciale. Viene analizzata la possibilità che la Fed allenti ulteriormente le sue politiche e come ciò potrebbe influenzare la curva dei rendimenti e il comportamento del mercato. Un punto chiave è l'aspettativa che i settori difensivi possano comportarsi bene nel breve termine a causa di queste condizioni
Approfondimenti Settoriali:
Il rapporto discute vari settori tra cui tecnologia, sanità, finanziari ed energia. È interessante notare che si parla di una rotazione fuori dalle azioni Tech USA e Mag-7 a causa di aggiustamenti nello stile di crescita e si esplora l'attrattiva della Tech cinese nonostante i rischi di mercato più ampi
Performance del Mercato Globale vs. Regionale:
Vengono forniti approfondimenti dettagliati sulle allocazioni regionali, dove il Giappone è visto favorevolmente a causa della sua disconnessione dai cicli economici globali e dalle riforme strutturali. Il rapporto è neutrale sul mercato USA, visto come sopravvalutato, e suggerisce di sotto-ponderare la zona euro a causa delle sue valutazioni premium e della mancanza di consegna degli utili
Strategia e Posizionamento a Lungo Termine:
Si consiglia cautela riguardo allo stile di crescita e si suggerisce una posizione neutrale o sotto-ponderata sul Tech USA, basata su preoccupazioni di valutazione e cicli di mercato storici. Inoltre, il rapporto sottolinea l'importanza del posizionamento in relazione ai rendimenti obbligazionari e all'influenza del USD sulle decisioni di mercato regionali, specialmente per i mercati emergenti (EM) e le commodity
Previsioni su Utili e Valutazioni:
Vi è un forte focus sulla resilienza degli utili attraverso diverse regioni, con uno sguardo dettagliato ai multipli P/E al di fuori degli USA, che non sono visti come tesi, contrariamente al mercato USA. Si discute anche della potenzialità di un supporto più deciso dalla Federal Reserve in risposta a un rallentamento economico, che potrebbe portare a comportamenti di mercato rialzisti nella seconda metà dell'anno
Implicazioni per gli Investitori:
Il rapporto suggerisce che gli investitori dovrebbero considerare un approccio cauto, particolarmente nei settori altamente valutati o dove la resilienza degli utili è sotto pressione. Inoltre, c'è l'enfasi sul monitoraggio delle azioni della Fed e degli indicatori economici più ampi per adeguare le posizioni di conseguenza
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Crescita EPS S&P500 meno crescita EPS Stoxx600 e PMI composito relativo:
Il primo grafico traccia la differenza percentuale tra la crescita degli EPS dell'indice S&P 500 e quella dell'indice Stoxx 600, insieme al PMI composito relativo degli Stati Uniti rispetto all'area euro.
Le barre rappresentano la differenza di crescita EPS, mostrando periodi di superiorità dell'uno o dell'altro mercato azionario.
La linea rossa indica il PMI composito relativo, che misura l'attività economica generale, mostrando come le variazioni nel PMI spesso precedano o coincidano con i cambiamenti nella differenza di crescita degli EPS. Questo può suggerire che l'attività economica, misurata attraverso il PMI, può essere un indicatore precoce delle prestazioni relative dei mercati azionari tra USA e Europa.
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PMI manifatturiero dell'Eurozona e M1 della Cina:

Questo grafico confronta il PMI manifatturiero dell'Eurozona con la crescita dell'aggregato monetario M1 della Cina, anticipando di tre mesi.
Le due linee mostrano una correlazione tra l'espansione dell'offerta monetaria in Cina e l'attività manifatturiera in Europa, suggerendo come le politiche monetarie e le condizioni economiche in Cina possano influenzare il settore manifatturiero europeo.
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Russell 2000 contro S&P500 e rendimento obbligazionario statunitense a 10 anni:
Il terzo grafico esamina la relazione tra le performance del Russell 2000 e del S&P 500 rispetto ai rendimenti delle obbligazioni del governo USA a 10 anni.
Mostra come i movimenti relativi tra questi due indici azionari possano essere influenzati o coincidere con le variazioni nei rendimenti obbligazionari, indicando forse differenze nel rischio percepito o nelle aspettative di crescita tra le grandi e le piccole imprese negli Stati Uniti.
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Crescita EPS e PMI Composite Relativo

Il primo grafico mostra la crescita degli utili per azione (EPS) dell'S&P 500 rispetto a quella dello Stoxx 600, insieme all'andamento del PMI composito relativo tra USA ed Eurozona. Si nota come variazioni significative nei PMI spesso precedano o coincidano con variazioni nella crescita degli EPS, indicando come le condizioni economiche influenzino direttamente le performance delle aziende nei rispettivi mercati. Ad esempio, un forte rialzo del PMI negli USA suggerisce un contesto economico favorevole, il che può tradursi in una migliore performance delle aziende e, di conseguenza, in una crescita degli EPS.
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PMI Manifatturiero dell'Eurozona e M1 della Cina

Il secondo grafico esplora la correlazione tra il PMI manifatturiero dell'Eurozona e l'aggregato monetario M1 della Cina, anticipato di tre mesi. La correlazione evidenziata sottolinea l'interconnessione delle economie globali e come le politiche monetarie cinesi possano avere un impatto anticipato sull'attività economica europea. Momenti di accelerazione nella crescita di M1 spesso precedono miglioramenti nel PMI manifatturiero, riflettendo come l'espansione monetaria possa stimolare l'economia.
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In sintesi, il rapporto di J.P. Morgan fornisce una visione sfumata dei mercati azionari globali, focalizzandosi sui rischi associati ai rallentamenti economici, sulle potenziali risposte delle banche centrali, in particolare della Fed, e sul posizionamento strategico settoriale in previsione di vari esiti macroeconomici.
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Salvatore Bilotta