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I Modelli FEER, CLEER, STEER e PEER: Come Valutare il Tasso di Cambio Equilibrato

Immagine del redattore: Salvatore BilottaSalvatore Bilotta

𝐓𝐎𝐃𝐀𝐘'𝐒 𝐋𝐄𝐀𝐑𝐍 𝟎6.𝟎𝟑.𝟐𝟎𝟐𝟓


Il valore di una valuta è uno degli elementi fondamentali per determinare la competitività economica di un paese e le sue relazioni commerciali globali. Per stimare se un tasso di cambio sia sopravvalutato o sottovalutato rispetto al suo equilibrio di lungo periodo, gli economisti utilizzano diversi modelli, tra cui FEER (Fundamental Equilibrium Exchange Rate), CLEER (Capital and Labour Equilibrium Exchange Rate), STEER (Stock-Flow Equilibrium Exchange Rate) e PEER (Permanent Equilibrium Exchange Rate). In questo articolo analizzeremo questi modelli e il loro utilizzo nel valutare il valore equo di una valuta.



1. FEER (Fundamental Equilibrium Exchange Rate)


Il FEER è un tasso di cambio teorico che garantisce il raggiungimento simultaneo di un equilibrio interno (piena occupazione e inflazione stabile) ed esterno (bilancia commerciale sostenibile) per un'economia.

Come si calcola?

  • Si determina il saldo della bilancia commerciale coerente con il potenziale economico di un paese.

  • Si stimano i flussi commerciali e la bilancia dei pagamenti necessari a mantenere stabilità macroeconomica.

  • Il tasso di cambio è poi aggiustato per riflettere questi valori di equilibrio.

Applicazioni:

  • Usato da FMI e banche centrali per valutare squilibri valutari.

  • Utile per prevedere il rischio di svalutazione o rivalutazione delle valute nel lungo periodo.


2. CLEER (Capital and Labour Equilibrium Exchange Rate)

Il CLEER è un modello che tiene conto della produttività del capitale e della forza lavoro per determinare il tasso di cambio d’equilibrio.

Come funziona?

  • Analizza il costo relativo del lavoro e del capitale tra paesi.

  • Tiene in considerazione fattori strutturali come la produttività totale dei fattori (TFP) e la dinamica salariale.

  • Propone un tasso di cambio che permetta un equilibrio tra domanda e offerta di fattori produttivi.

Applicazioni:

  • Utile per analizzare economie con mercati del lavoro molto rigidi o con ampie disparità di produttività.

  • Consente di comprendere le pressioni sulla competitività legate ai costi del lavoro.


3. STEER (Stock-Flow Equilibrium Exchange Rate)

Il STEER è un modello basato sugli stock e flussi finanziari, che cerca di determinare il tasso di cambio che equilibra i flussi di capitale internazionali e la posizione patrimoniale netta di un paese.

Come viene calcolato?

  • Si analizzano gli investimenti diretti esteri (IDE) e i flussi di capitale di portafoglio.

  • Viene stimata la posizione netta sull’estero (NIIP) per comprendere se un paese ha una dipendenza dai capitali stranieri.

  • Il tasso di cambio teorico è quello che garantisce la stabilità a lungo termine delle passività e attività internazionali.

Applicazioni:

  • Importante per economie con alti livelli di debito estero.

  • Utile per valutare gli effetti della speculazione finanziaria sulle valute.


4. PEER (Permanent Equilibrium Exchange Rate)


Il PEER è un modello che identifica il tasso di cambio in equilibrio nel lungo periodo, correggendo per fattori ciclici e temporanei.

Come funziona?

  • Si analizzano le variabili macroeconomiche fondamentali, come la produttività, il saldo commerciale e la crescita economica.

  • Viene eliminata la componente ciclica del tasso di cambio, lasciando solo la parte permanente e strutturale.

  • Il valore risultante indica il livello “giusto” di cambio che un’economia può sostenere nel tempo.

Applicazioni:

  • Utile per identificare deviazioni temporanee dai livelli di equilibrio.

  • Indispensabile per strategie di politica monetaria e commerciale di lungo termine.


Conclusione

I modelli FEER, CLEER, STEER e PEER forniscono strumenti analitici fondamentali per valutare il tasso di cambio e prevederne l’evoluzione. Ogni modello ha un focus differente: alcuni si concentrano sul commercio, altri sulla struttura produttiva o sui flussi finanziari. Comprendere queste metodologie permette di interpretare meglio le dinamiche valutarie e di anticipare i possibili interventi delle autorità monetarie per correggere eventuali squilibri economici.

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