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Leverage Ratio e G-SIB: cosa significa davvero la riduzione di 210 miliardi di capitale?


Premessa: il cuore del problema

Quando si parla di grandi banche americane come JPMorgan, Bank of America o Goldman Sachs, si sente spesso parlare di regole più stringenti, standard patrimoniali, test di stress, requisiti di capitale… ma cosa significano davvero per chi guarda ai mercati? E soprattutto: perché nel 2024 si è parlato di un “leverage ratio migliorato” che avrebbe liberato fino a 210 miliardi di dollari di capitale per le maggiori banche statunitensi?

Sembra una questione tecnica, ma in realtà è molto più vicina ai mercati (e ai rischi sistemici) di quanto sembri. Capire come funzionano questi meccanismi è fondamentale per ogni investitore consapevole.


Cos’è il Leverage Ratio Supplementare (eSLR)?

Il leverage ratio supplementare, noto con l’acronimo inglese eSLR – Enhanced Supplementary Leverage Ratio, è un indicatore che misura quanto capitale reale detiene una banca rispetto alla totalità delle sue esposizioni. Non guarda al rischio percepito, ma alla quantità assoluta di attività in portafoglio. In pratica, è un modo per dire: "Ok, hai molti asset in bilancio... ma quanto capitale stai effettivamente rischiando?"

Nel caso delle grandi banche statunitensi, questo indicatore è ancora più severo. E infatti si parla di “enhanced”, cioè potenziato: le banche considerate sistemiche a livello globale – le cosiddette G-SIB – devono rispettare un livello più alto di questo rapporto.


Chi sono le banche G-SIB?

Il termine G-SIB sta per Global Systemically Important Bank, ovvero banca di rilevanza sistemica globale. Sono quegli istituti talmente grandi, interconnessi e cruciali per il funzionamento dei mercati finanziari che il loro eventuale fallimento metterebbe a rischio l’intero sistema.

In pratica, se fallisse una banca G-SIB, non sarebbe solo un problema per i suoi correntisti: potrebbe scatenare un effetto domino su scala mondiale.

Negli Stati Uniti, fanno parte di questa categoria:

  • JPMorgan Chase

  • Bank of America

  • Citigroup

  • Goldman Sachs

  • Morgan Stanley

Queste banche sono quindi soggette a regole patrimoniali più severe, proprio per proteggere l’equilibrio del sistema.


Cosa significa “Leverage Ratio migliorato”?

Quando si parla di leverage ratio supplementare migliorato, ci si riferisce a una serie di modifiche regolamentari introdotte per rendere meno stringenti i calcoli.

Ad esempio, durante la pandemia del 2020, la Fed ha permesso alle banche di escludere dal calcolo del rapporto alcune attività ritenute “sicure”, come i Treasury USA e le riserve presso la Fed. Questo ha fatto sì che il denominatore del rapporto (cioè il totale delle esposizioni) fosse più basso, facendo apparire il rapporto più favorevole per la banca.

In parole semplici: stessa quantità di capitale, meno “peso” in bilancio. Il risultato? Le banche sembrano più solide.


Ma perché si dice che "ha ridotto il capitale di 210 miliardi"?

Ed ecco il punto più delicato: secondo alcune stime, queste modifiche al calcolo del leverage ratio hanno permesso alle grandi banche USA di detenere meno capitale rispetto alle loro esposizioni complessive, liberando così fino a 210 miliardi di dollari che – in uno scenario normale – avrebbero dovuto essere “parcheggiati” come cuscinetto di sicurezza.

Per alcuni analisti, questa scelta indebolisce l’obiettivo originario del leverage ratio: quello di assicurare che anche le esposizioni più “sicure” siano coperte da un minimo di capitale.


Perché tutto questo è importante anche per i trader e gli investitori?

Perché in un sistema dove le grandi banche possono operare con leve molto alte e meno capitale, i rischi sistemici aumentano. Se le cose vanno bene, tutto fila liscio. Ma se si verifica una crisi improvvisa, anche piccola, l’effetto domino può essere molto più pericoloso.

Inoltre, un leverage ratio più morbido potrebbe incentivare le banche a prendere più rischio, sapendo di poterlo sostenere con meno capitale proprio.


Conclusioni: tra rischio sistemico e vigilanza flessibile

Quello che sembra un tecnicismo da regolatori è in realtà un segnale importante per capire la direzione che sta prendendo il sistema bancario globale. Un leverage ratio più “morbido” non è per forza un male – può aumentare la liquidità disponibile per l’economia – ma va sempre bilanciato con il rischio potenziale che si sta scaricando sul sistema.


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