Buona domenica community, è ora della newsletters settimanale!
L'articolo di recap settimanale si spinge sempre oltre e cerca di fornirvi tutti gli strumenti necessari per affrontare al meglio la prossima settimana, per questo abbiamo deciso di inserire una nuova sezione dedicata alle principali news del weekend, tutte le notizie utili a mantenere il passo con i mercati.
Non mancherà ovviamente l'analisi dei market movers che ci attendono la prossima settimana ed ovviamente l'analisi delle posizioni degli istituzionali sui mercati futures , seguita dall'analisi tecnica dei principali asset finanziari.
Insomma sempre tanti contenuti da leggere in questo week end, quindi partiamo subito!
RASSEGNA STAMPA

Scholz afferma che l'UE risponderà ai dazi di Trump, ma l'accordo è meglio

Olaf Scholz, il cancelliere tedesco, sta giocando a poker con una faccia da poker di livello internazionale! In una chiacchierata con Bloomberg Television, ha gettato sul tavolo una dichiarazione piuttosto audace: l'Unione Europea ha le spalle abbastanza larghe per gestire qualsiasi minaccia tariffaria dagli Stati Uniti. Sì, stiamo parlando di quelle possibili tariffe su auto, acciaio e alluminio che il presidente Donald Trump sta minacciando di introdurre. E tutto questo avviene mentre Scholz è nel bel mezzo delle elezioni tedesche, con i sondaggi che non promettono esattamente rose e fiori per il suo partito, i socialdemocratici.
Ma Scholz non è il tipo che si spaventa facilmente. Ha dichiarato che, anche se l'Europa può rispondere a queste minacce, sarebbe molto meglio per tutti sedersi e trovare un accordo pacifico. È un po' come dire: "Dai ragazzi, possiamo risolverla da amici, no?"
Intanto, Trump non sembra voler rallentare, con piani di imporre una tariffa del 25% su acciaio e alluminio proprio il 12 marzo e altre tariffe sulle auto in arrivo ad aprile. Scholz, però, non sta a guardare. La Commissione europea sta già chiamando a raccolta per discutere e forse evitare un escalation della situazione.
In mezzo a questo caos commerciale, c'è anche la questione interna tedesca. La Germania è in una posizione delicata, con un grande surplus commerciale grazie alla sua industria esportatrice, ma anche con il problema di liberarsi dall'energia russa a basso costo. E per non farla troppo semplice, ci sono venti politici che soffiano forte, con l'ascesa del partito di estrema destra AfD che sta agitando le acque con proposte piuttosto estreme.
Scholz, però, rimane ottimista. Spera che una soluzione ragionevole sia all'orizzonte, soprattutto per quanto riguarda il supporto continuo a l'Ucraina, in un mondo dove l'Europa e gli Stati Uniti dovrebbero giocare insieme. E mentre le elezioni tedesche si avvicinano, il tempo per convincere gli elettori sta per scadere. Le prossime mosse di Scholz potrebbero decidere non solo il suo futuro, ma anche il corso delle relazioni economiche globali.
In sostanza, è un periodo movimentato per Scholz e l'Europa, con molte decisioni importanti da prendere. Riusciranno a navigare queste acque turbolente con un po' di diplomazia astuta? Staremo a vedere! E comunque, nonostante le tempeste politiche, sembra che ci sia sempre un barlume di speranza per una soluzione pacifica. Che la diplomazia sia con loro!
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La prossima settimana i massimi funzionari si incontreranno per preparare il vertice Trump-Putin

Ecco la situazione in salsa leggera, che più spicy non si può! Immagina la scena: massimi funzionari USA e Russia che si preparano per un incontro che sa tanto di film di spionaggio, tutto ambientato nella lussureggiante e neutrale Arabia Saudita. Il motivo? Preparare il terreno per un super summit tra Trump e Putin verso la fine del mese, con l'obiettivo niente meno che cercare di risolvere il pasticcio della guerra in Ucraina.
Mentre Waltz e Witkoff si riscaldano nei panni dei registi di questa intricata partita di scacchi geopolitici, gli ucraini si stanno già allenando al tiro al bersaglio con un mortaio, ma non sembrano avere il biglietto d'invito alla festa. Poveri europei, invece, sembrano più tagliati fuori di un teenager senza smartphone: praticamente non sanno nulla di questi preparativi.
Il presidente ucraino Zelensky non è per niente contento di questa storia. Ha chiaramente detto che non si siede a guardare mentre gli altri decidono del futuro del suo paese. Trump, dal canto suo, fa il misterioso annunciando un summit in arrivo con Putin e promette che gli ucraini non saranno lasciati fuori dalla porta.
Nel frattempo, il consigliere per la sicurezza nazionale saudita, Musaed Al-Aiban, è pronto a convocare i colloqui, e si sussurra che potrebbe essere il mediatore perfetto, avendo già fatto da ponte in altre intricate danze diplomatiche.
Quindi, mentre le squadre si formano con nomi che sembrano usciti da un thriller politico — con veterani della diplomazia e capi spie — il tutto si configura come una puntata imperdibile di una serie TV che non vedi l'ora di maratonare. L'Arabia Saudita si appresta a diventare il palcoscenico di un dramma internazionale che potrebbe trasformarsi in pace o... beh, resta sintonizzato!
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Scholz lascia i tedeschi con la peggiore crisi economica della generazione

Olaf Scholz si sta dirigendo verso un brutto capitolo della storia politica tedesca, quello della sconfitta elettorale più pesante per un cancelliere dalla fondazione della Repubblica Federale nel 1949. I sondaggi lo dipingono con un misero 15% dei voti, un risultato che farebbe arrossire qualsiasi politico in carica.
La causa principale di questo tracollo? Beh, la situazione economica non proprio rosea sotto la sua amministrazione. Dall'ultimo mandato di Gerhard Schroeder nel 2005, l'economia non è mai stata tanto al centro delle elezioni come ora. E se all'inizio del secolo la Germania era vista come "l'uomo malato d'Europa", oggi non sembra essersi ripresa del tutto, specialmente dopo la pandemia.
Scholz, nonostante i suoi 66 anni, sembra destinato a lasciare il timone a Friedrich Merz, che probabilmente guiderà un nuovo governo di coalizione. Queste elezioni sono state dominate dalla crescita economica come tema principale, con l'attenzione degli elettori che, nonostante una breve deviazione verso la migrazione, è rimasta focalizzata sull'economia come seconda maggiore preoccupazione nazionale.
Durante la pandemia, la Germania aveva avuto un vantaggio iniziale grazie alla sua industria manifatturiera, ma poi è stata travolta da problemi di supply chain, costi energetici in aumento e una concorrenza agguerrita, specialmente dalla Cina nel settore dei veicoli elettrici. In risposta, Volkswagen AG ha annunciato un taglio di 35.000 posti di lavoro.
L'industria tedesca, in generale, ha perso passo rispetto all'espansione globale e il surplus commerciale record con gli Stati Uniti rende il paese vulnerabile a nuove tariffe, che potrebbero colpire duramente settori chiave come l'auto e la macchinaria industriale.
Nonostante i problemi, il governo Scholz ha ottenuto alcuni successi, come l'espansione dei terminali per il gas naturale liquido e un impulso alle energie rinnovabili, portando la Germania a sperimentare una rapida crescita nell'energia solare e eolica. Tuttavia, la rete energetica fatica a stare al passo con questa nuova capacità.
Nonostante le sfide, il mercato del lavoro tedesco è rimasto un punto di luce, grazie in parte alla riluttanza delle aziende a licenziare durante la pandemia. Tuttavia, la debolezza economica recente ha cominciato a far salire la disoccupazione, anche se ancora lontana dai picchi del 2005.
In conclusione, il futuro politico di Scholz sembra incerto, e il paese sta guardando a un possibile cambio di rotta sotto una nuova leadership. Il prossimo governo dovrà affrontare sfide formidabili, ma ha anche l'opportunità di rinvigorire l'economia tedesca con riforme strutturali adeguate. Come sempre, la palla è nel campo dei decisori politici, pronti o meno che siano a giocarla.
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Le prospettive di profitto in calo delle aziende americane offuscano il rally azionario

In un momento in cui si potrebbe pensare che il cielo sia sempre più blu per Wall Street, ecco che arriva una nuvoletta a offuscare il panorama: le prospettive di profitto delle aziende americane non sono così rosee come si sperava. Anche se il quarto trimestre ha visto numeri solidi, le previsioni future stanno iniziando a vacillare un po'.
Per darti un'idea, molte aziende che stanno rilasciando le loro previsioni per i prossimi mesi stanno facendo venire i brividi agli analisti con stime più basse delle attese. È come se ci fossero un sacco di party planners che, invece di prepararsi per la grande festa, stanno piuttosto mettendo via i bicchieri e chiudendo il bar un'ora prima. E non è un bel vedere, specialmente quando queste previsioni raggiungono i livelli più bassi degli ultimi anni.
Il motivo di questa frenata? Be', una bella combinazione di ingredienti non proprio esaltanti: una potenziale guerra commerciale all'orizzonte che potrebbe affossare la domanda di esportazione e, ciliegina sulla torta, un'inflazione che continua a tenere banco senza mostrare segni di volersi sedere. La Federal Reserve, dal canto suo, non sembra avere fretta di abbassare i tassi d'interesse, quindi niente sconti per ora!
Jim Tierney, una sorta di oracolo di Wall Street, sottolinea come questa incertezza economica non sia stata così palpabile negli ultimi anni. Le aziende stanno quindi giocando al ribasso con le loro proiezioni, cercando di non promettere mari e monti.
E non è tutto grigio però, perché a volte abbassare le aspettative può anche preparare il terreno per dei successi inaspettati. Se le aziende mettono la barra un po' più in basso, è più facile poi saltarci sopra a piedi pari e far contenti tutti, soprattutto gli investitori che adorano le sorprese positive.
Parlando di aspettative, gli analisti si stanno un po' tirando indietro dal rivedere al rialzo le loro previsioni per l'anno in corso, aspettando di vedere più chiaramente cosa faranno le aziende. E mentre il 2025 potrebbe vedere un rallentamento, il 2026 sembra mantenere un certo ottimismo, con proiezioni di crescita degli utili che rimangono stabili.
In sostanza, nonostante qualche nuvola, la festa in borsa non è ancora finita. Ma come in ogni buon party che si rispetti, è sempre meglio tenere d'occhio l'orologio e non farsi sorprendere dall'ultima chiamata al bar!
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MARKET MOVERS - 8° SETTIMANA ‘25

Lunedì 17 Febbraio
ORE 00:50 : GDP Growth Rate QoQ preliminare ( Giappone)
Tasso di crescita del PIL trimestrale preliminare del Giappone. Ebbene, l'ultimo dato ci ha lasciato con un modesto +0.2%. Non è da capogiro, ma in questi tempi un po’ di crescita non guasta mai, vero? Ora, gli analisti si spingono un pochino più in là, scommettendo su un +0.3%. Speranze in crescita, quindi!
Questo piccolo scatto in avanti potrebbe sembrare insignificante, ma in realtà è come dire all'economia: "Dai che puoi fare di più!". E se il Giappone ascolta, potremmo vedere una spinta positiva non solo per il Nikkei ma anche per il caro vecchio yen. Immagina un po’ di più yen nel portafoglio, chi direbbe di no?
Una crescita superiore alle attese potrebbe anche far pensare a qualche manovra interessante da parte della Banca del Giappone. Magari meno stimoli, o chissà, qualche sorpresina sul tasso d'interesse? Insomma, questi numeretti non sono solo cifre noiose su un foglio, ma possono davvero dire molto su dove sta andando l'econo
Martedì 18 Febbraio
ORE 04:00 RBA Interest Rate Decision ( Australia )
Ah, l’Australia si muove! La decisione sui tassi d'interesse della RBA (Reserve Bank of Australia) è sempre un evento da seguire con il fiato sospeso. Fino ad ora, i tassi sono rimasti parcheggiati al 4.35%, ma sembra che ci sia aria di cambiamento. Gli analisti prevedono un taglio di 25 punti base, che porterebbe il costo del denaro al 4.10%. Interessante, no?
Ora, un taglio dei tassi è come dare una caramella all'economia: rende tutto un po’ più dolce. In pratica, abbassare i tassi potrebbe spingere più gente a spendere e investire, dato che i prestiti costano meno. È un po' come mettere il turbo, sperando di spingere l'economia un po’ più velocemente verso la ripresa, soprattutto se sta zoppicando un po'.
Per i mercati, questo potrebbe essere un segnale misto. Da una parte, più spesa e investimenti possono rallegrare la borsa, ma dall’altra, un taglio dei tassi potrebbe far pensare che la banca centrale veda delle nuvolette all'orizzonte economico. E come sempre, il dollaro australiano sarà sotto i riflettori: un tasso più basso potrebbe renderlo meno attraente per chi cerca rendimenti in valuta.
In breve, tieniti pronto per qualche fuoco d'artificio nel mercato quando questa notizia uscirà. Potrebbe davvero aggiungere un po' di pepe nelle discussioni economiche di tutto il mondo.
ORE 08:00 Unemployment Rate (UK)
Ecco un altro appuntamento interessante: il tasso di disoccupazione nel Regno Unito. L'ultimo dato ci ha lasciato con un +4.4%, ma ora gli occhi sono puntati su un leggero aumento previsto al +4.5%. Non è una grande salita, ma è sempre un campanello d'allarme per chi tiene d'occhio l'economia britannica.
Questo piccolo aumento può sembrare un dettaglio, ma in realtà potrebbe raccontare una storia più ampia di quello che si pensa. Un tasso di disoccupazione in crescita potrebbe indicare che non tutti stanno ballando al ritmo della ripresa economica, o magari che nuove sfide stanno emergendo sul fronte del lavoro.
Ora, aggiungi a questo il contesto della Bank of England (BoE) che ha recentemente tagliato il costo del denaro di 25 punti base. Questo movimento è come un piccolo dolcetto per l'economia: più bassi sono i tassi, più economico è prendere in prestito denaro, e questo potrebbe aiutare a stimolare investimenti e spesa. Tuttavia, il fatto che due membri su nove fossero propensi a un taglio più aggressivo di 50 punti base, ci sussurra che forse c'è un po’ di preoccupazione per la salute dell'economia.
Per i mercati, un tasso di disoccupazione più alto del previsto potrebbe essere un segnale negativo, indicando che l'economia potrebbe aver bisogno di ancora più stimoli per rimettersi in carreggiata. E per il mercato del lavoro, beh, è sempre una questione delicata: ogni punto percentuale ha dietro famiglie e individui che ne risentono.
Quindi, con questa uscita imminente, gli investitori potrebbero essere un po’ più cauti, e tutti noi dobbiamo essere pronti a interpretare cosa ci stanno davvero dicendo questi numeri. È un po' come leggere il tè, ma con un sacco di dati e previsioni al posto delle foglie!
ORE 11:00 Zew Economic Sentiment Index ( Germania )
Ora parliamo di qualcosa di speziato dalla Germania: il ZEW Economic Sentiment Index. L'ultimo dato si è piazzato a un rispettabile 10.3, ma tenetevi forte perché le aspettative per il prossimo rilascio sono di salire a +15. Questo è il tipo di salto che può mettere un po' di pepe nel discorso economico!
Questo indice, per chi non lo sapesse, è una sorta di termometro del morale degli investitori e degli analisti in Germania. Più il numero è alto, più questi esperti sono ottimisti riguardo le prospettive economiche del paese. Quindi, un salto verso l'alto come quello atteso potrebbe significare che c'è una bella dose di fiducia nell'aria.
Un miglioramento nel sentiment può riflettersi in vari modi sui mercati. Per esempio, potrebbe portare a un rialzo delle azioni tedesche, dato che un morale più alto spesso si traduce in maggiori investimenti e spesa. E non dimentichiamoci dell'euro, che potrebbe rafforzarsi se gli investitori vedono la Germania come un motore economico che sta prendendo velocità.
Insomma, se queste previsioni si avverano, potremmo vedere un bel po' di ottimismo sprizzare fuori dai mercati europei. E chi non ama un po' di buone notizie economiche, specialmente quando si parla di una delle economie più grandi d'Europa? Allora, occhio al prossimo dato perché potrebbe davvero dire molto su come la Germania sta ballando al ritmo dell'economia globale!
ORE 14:30 Inflation Rate ( Canada)
Ah, la tasso di inflazione del Canada! L'ultimo dato è uscito a +1.8%, che è leggermente sotto il target del 2% che solitamente gli economisti considerano ideale per un'economia sana. Questo significa che i prezzi stanno crescendo, ma non troppo velocemente, il che di solito è visto come un segno di un ambiente economico stabile.
Senza le previsioni degli analisti per il prossimo dato, ci tocca un po' giocare a indovinare basandoci sul contesto economico attuale e sulle tendenze recenti. Se l'inflazione rimane sotto il target, potrebbe suggerire che l'economia canadese non sta surriscaldandosi e che le pressioni inflazionistiche sono ben gestite. Tuttavia, un'inflazione troppo bassa per lunghi periodi potrebbe anche indicare una domanda debole, il che non è esattamente una festa.
Per i mercati e la politica monetaria, questi numeri sono come il pane quotidiano. La Bank of Canada potrebbe interpretare un tasso di inflazione costantemente basso come un segnale per mantenere bassi i tassi d'interesse, al fine di stimolare la spesa e l'investimento. Oppure, se vedono segni di un aumento dell'inflazione, potrebbero pensare di stringere un po' le redini per evitare che l'economia si surriscaldi.
Quindi, anche senza una previsione specifica, gli investitori e gli analisti saranno sicuramente con gli occhi puntati su questo dato. Sarà importante vedere come si posiziona rispetto al target, perché ogni piccolo movimento potrebbe avere implicazioni non solo per la politica monetaria, ma anche per l'umore generale dei mercati. Resta sintonizzato, perché l'inflazione, anche se non sembra la cosa più eccitante del mondo, può davvero scatenare reazioni interessanti nel mondo finanziario!
Mercoledì 19 Febbraio
ORE 08:00 Inflation rate (UK)
Parlando di inflazione, spostiamoci verso l'UK! L'Inflation Rate britannico, un bel termometro per sentire quanto sta "scaldando" l'economia, ha mostrato un +2.5% l'ultima volta che abbiamo controllato. Ma teniamoci pronti, perché le aspettative per il prossimo dato sono rivolte al +2.8%.
Un salto dal 2.5% al 2.8% potrebbe non sembrare enorme a prima vista, ma in termini di inflazione ogni piccolo incremento conta, specialmente quando si avvicina o supera i target fissati dalla banca centrale, che per molti paesi si aggira intorno al 2%. Un'ascesa oltre questo limite potrebbe suggerire che l'economia sta bollendo un po' troppo vivacemente, e questo potrebbe mettere un po' di pressione sulla Bank of England.
Se l'inflazione supera le aspettative, potrebbe sollevare delle questioni su come la BoE gestirà la sua politica monetaria. Magari con un rialzo dei tassi d'interesse? Questo è classico quando si vuole raffreddare un'economia troppo "calda". D'altra parte, un rialzo dei tassi può mettere il freno a investimenti e spese—un po' come dire alla festa di abbassare il volume.
Per il mercato e per la sterlina, un tasso di inflazione in aumento potrebbe significare movimenti interessanti. Se pensano che la BoE possa alzare i tassi, potrebbero iniziare a guardare la sterlina con occhi diversi, forse un po' più brillanti.
Quindi, eccoci qua, aspettando di vedere se l'UK sta per mettere un po' più di pepe nella sua economia con un'infiammazione dei prezzi che supera le attese. Sarà interessante vedere come reagiranno la BoE e i mercati a questo piccolo scossone!
ORE 20:00 FOMC Minutes
Oh, i minuti del FOMC (Federal Open Market Committee) degli Stati Uniti! Questo è uno di quei momenti che tutti i fan dell'economia e dei mercati aspettano con ansia. I minuti del FOMC offrono una finestra su cosa sta pensando la Federal Reserve riguardo alla situazione economica attuale e alle prossime mosse sulla politica monetaria. Un vero e proprio spaccato di come le menti economiche al comando interpretano i dati, le tendenze e i potenziali rischi.
Questi documenti sono fondamentali perché possono rivelare:
Indicatori sui futuri tassi d'interesse: se la Fed è ottimista, pessimista o cauta riguardo alla crescita economica e all'inflazione.
Punti di vista sul mercato del lavoro: molto importante, visto che la salute del mercato del lavoro è uno dei principali driver per le decisioni sui tassi.
Preoccupazioni o fiducia riguardo a fattori economici globali e domestici: come conflitti commerciali, problemi in altri grandi economie, e così via.
Per i mercati, ogni parola in questi minuti viene analizzata, interpretata, e a volte anche sovrainterpretata. Investitori e trader cercano di capire quali potrebbero essere le prossime mosse della Fed, perché queste influenzano praticamente tutto: dai rendimenti dei bond, al valore del dollaro, fino ai prezzi delle azioni.
In pratica, è come leggere il resoconto di una riunione super segreta dove si decide il destino economico del paese. Ogni suggerimento su un possibile rialzo o ribasso dei tassi può scatenare movimenti significativi nei mercati finanziari. Quindi, quando escono questi minuti, è meglio tenere gli occhi aperti e vedere cosa bolle in pentola alla Fed!
Giovedì 20 Febbraio
ORE 01:30 Unemployment rate (Australia)
E ora facciamo un salto in Australia per parlare del tasso di disoccupazione. L'ultimo dato ci ha lasciato con un solido 4%, ma pare che le previsioni siano leggermente meno rosee, con un'attesa di un incremento al 4.1%.
Questo piccolo incremento previsto nel tasso di disoccupazione potrebbe non sembrare un grande cambiamento, ma ogni scostamento, anche minimo, nel mercato del lavoro ha la sua importanza. Un tasso di disoccupazione in crescita, anche se di poco, potrebbe indicare qualche crepa nell'economia che inizia a mostrarsi, magari dovuta a settori che rallentano o a nuove sfide che emergono.
Per l'economia australiana, un aumento del tasso di disoccupazione potrebbe significare che le aziende sono un po' più caute nell'assumere, forse a causa di previsioni economiche incerte o di costi operativi in aumento. Questo a sua volta potrebbe spingere la Reserve Bank of Australia (RBA) a considerare ulteriori stimoli, magari mantenendo bassi i tassi d'interesse per un periodo più prolungato di quanto previsto, per cercare di spronare sia la spesa che gli investimenti.
Dal punto di vista dei mercati, un aumento del tasso di disoccupazione potrebbe essere visto con una certa preoccupazione, dato che potrebbe segnalare un rallentamento economico. Gli investitori potrebbero reagire in modo cauto, forse spostandosi verso asset considerati più sicuri fino a quando non ci saranno segnali più chiari di stabilità o di ripresa.
In breve, questo prossimo dato sull'occupazione australiana sarà una piccola ma significativa tessera nel grande mosaico dell'economia del paese, e senza dubbio sarà analizzato attentamente da chi cerca di prevedere le prossime mosse della RBA e l'impatto sulle prospettive economiche complessive. Prepariamoci a vedere come reagiranno i mercati a questo aggiornamento!
Venerdì 21 Febbraio
ORE 08:00 Retail SAles (UK)
Ah, ora si parla di vendite al dettaglio nel Regno Unito! L'ultimo dato ha mostrato un calo del -0.3%, ma le aspettative per il prossimo rilascio sono di un rimbalzo al +0.3%. Questa è una di quelle volte in cui tutti speriamo in una piccola svolta positiva!
Un aumento delle vendite al dettaglio potrebbe essere un segnale che i consumatori stanno tornando a sentirsi confidenti e pronti a spendere di più. Dopo tutto, le vendite al dettaglio sono un ottimo termometro dell'umore dei consumatori e della salute generale dell'economia domestica. Se le persone comprano, di solito significa che si sentono sicure sulla loro situazione finanziaria e sul futuro.
Un rimbalzo al +0.3% potrebbe quindi mettere un po' di ottimismo nell'aria. Per i mercati, questo potrebbe tradursi in un rialzo per le azioni di aziende del settore al dettaglio e un generale senso di fiducia che potrebbe diffondersi anche ad altri settori. Anche la sterlina potrebbe beneficiarne, dato che un aumento della spesa dei consumatori potrebbe portare a previsioni di una crescita economica più forte.
In breve, tutti gli occhi saranno puntati su questi dati delle vendite al dettaglio. Saranno un piccolo ma significativo indicatore di come si sentono veramente i consumatori britannici riguardo alla loro economia. E se le aspettative vengono confermate, potremmo vedere un po' di quella bella energia positiva che fa sempre bene ai mercati!
Ore 10:30 S&P GLOBAL Manifacturing PMI (UK)
Eccoci a parlare del S&P Global Manufacturing PMI del Regno Unito. L'ultima volta che abbiamo dato un'occhiata, l'indice si trovava a 48.3%, indicando una contrazione nel settore manifatturiero (ricordiamoci che un valore sotto il 50 segnala una contrazione, mentre un valore sopra il 50 indica espansione). Ma, c'è un po' di speranza per il prossimo rilascio con le aspettative che puntano a un 48.5%.
Anche se è ancora sotto il fatidico 50, un miglioramento, anche minimo, è sempre benvenuto. Passare da 48.3 a 48.5 può sembrare poco, ma è come vedere un piccolo spiraglio di luce in fondo al tunnel per il settore manifatturiero. Questo indice è particolarmente importante perché il manifatturiero è un settore chiave che può dare molte indicazioni su altri aspetti dell'economia, come l'occupazione e gli investimenti delle imprese.
Un dato migliore del previsto, o anche solo in linea con le aspettative, può infondere un po' di fiducia negli investitori che potrebbero vedere segnali di stabilizzazione o una lenta ripresa. Per i mercati, questo può tradursi in una leggera spinta positiva, soprattutto per le azioni delle aziende legate al settore manifatturiero.
Per il panorama economico più ampio, anche un piccolo miglioramento nel PMI manifatturiero può suggerire che le cose non sono così brutte come potrebbero sembrare e che ci sono aree dell'economia che stanno iniziando a ritrovare il loro ritmo, anche se lentamente. Quindi, teniamo gli occhi aperti per questo dato perché potrebbe dirci molto su come il settore manifatturiero britannico sta navigando nelle attuali acque economiche!

ANALISI MERCATI E POSIZIONI COT REPORT

EURUSD


Stabili le posizioni dei non commercials su eurusd, con una posizione netta corta a -64425 contratti. Il quadro tecnico , sebbene nel breve abbia visto un recupero delle aree di resistenza a 1.0530, resta in un sostanziale trading range, con i minimi a 1.0230. Solo la rottura delle resistenze a 1.0550 con Accettazione e ritest potrebbe dare il via ad un vero recupero di medio periodo su EURUSD.
GBPUSD


I non commercials si poszionano in equilibrio con soli -3168 contratti netti corti. Dopo due settimane di ricoperture di posizioni il tasso di cambio ha recuperato le resistenze a 1.2550-1.2575. La struttura a massimi e minim icrescenti ora ben delineato in un canale rialzista sembra dare buone speranze ai rialzisti, ma solo la tenuta di 1.2550 potrebbe dare il via ad un nuovo impulso rialzista. non escludiamo il ritono alla mm21 periodi in h4 a 1.25 figura.
AUDUSD


prima settimana di ricoperture delle tante posizioni nette corte per l'australiano con -65585 contratti netti corti pe ri non commercial , respira finalmente dai minimi. in vista delle decisioni sui tassi da aprte della RBA la struttura ribasista sembra dirsi terminata, grazie al break out delle resistenze di 0.6325-50
NZDUSD


USDJPY


piu interessanti le posizioni sullo Yen giapponese che ora suscitano l'interesse dei non commercials che si portano a una posizione netta long di ben 54615 contratti long. La ripartenza dell'interesse long da aprte degli istitutional sta dando vita ad un buon trend rialzista di medio periodo, che mira ora al break out dei massimi dello scorso gennaio.
USDCAD


USDINDEX

INDICI
SP500


NASDAQ


DOW

RUSSELL

VIX

COMMODITIES
NATURAL GAS


WTI (West Texas Intermediate)


GOLD


SILVER

PALLADIUM

COPPER

2Y

5Y

10Y

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Salvatore Bilotta