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JP Morgan: Rimbalzo o illusione? Perché è presto per festeggiare sui mercati



Il report strategico di JP Morgan pubblicato il 14 aprile 2025, a firma Mislav Matejka, fotografa un mercato ancora nervoso, lontano da una vera normalizzazione. Tra inflazione, tariffe, incertezza politica e debolezza strutturale dell’economia USA, JP Morgan invita alla prudenza. Vediamo i principali messaggi per orientarsi nel contesto attuale.



1. Volatilità in aumento, ma rimbalzo tecnico atteso

  • Gli spike del VIX (ora a 45) suggeriscono un potenziale rimbalzo a breve, come avvenuto storicamente nel 90% dei casi, ma solo in assenza di recessione.

  • Il mercato ha corretto del 13% dal picco di febbraio, ma la media delle recessioni comporta drawdown del 35-40%. Siamo quindi a metà del percorso, non alla fine.


📉 Quando il VIX esplode, cosa fa l’S&P500?


💥 Il VIX (indice della volatilità) è salito oltre il 50% il 25 aprile, raggiungendo quota 45,3. Ma cosa è successo in passato quando il VIX ha avuto impennate simili?

🔍 Dal 1990 ad oggi:

  • 📈 Dopo 1 settimana: in media l’S&P500 è salito del 2,8%

  • 📅 Dopo 1 mese: +1,9%

  • 📅 Dopo 3 mesi: +5,3%

  • 📊 Probabilità di chiudere in positivo dopo 3 mesi? Ben 68%

📉 Ma ATTENZIONE al contesto macro:

  • Fuori dalle recessioni, i ritorni migliorano: +6,1% a 3 mesi.

  • 🚫 Dentro le recessioni, le performance diventano negative: -6,8% a 3 mesi, e solo il 20% delle volte si chiude in verde.

🧠 Morale della favola? Non tutte le esplosioni di volatilità sono uguali. La chiave è il contesto economico.

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📉 Recessione: stiamo solo a metà del prezzo?

🔍 Secondo il Recession Probability Indicator di J.P. Morgan – costruito sull’andamento dello spread dei bond BBB e dell’S&P500 – la probabilità di una recessione entro 12 mesi è risalita verso il 60%.

📊 Cosa ci dice il grafico?

  • Ogni volta che la curva ha superato il 60–70%, è poi arrivata una recessione (evidenziata in blu).

  • Oggi siamo di nuovo lì, ma i mercati sembrano prezzare solo “metà” del rischio.

📌 Curiosità: durante le crisi del 2001, 2008 e 2020, l’indicatore è schizzato sopra il 90%. Ora ci stiamo avvicinando, ma senza un crollo evidente dell’azionario.

🔮 Conclusione? Se la storia si ripete, potremmo essere in una fase di sottovalutazione del rischio macro da parte del mercato.

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📉 S&P500 nelle recessioni: a che punto siamo?

Una tabella storica di Bloomberg ci ricorda un fatto semplice e (spesso) ignorato: nelle fasi recessive, l’S&P500 tende a perdere molto di più di quanto visto finora.

🕰️ Ecco i numeri:

  • 📉 Media dei cali dal picco al minimo: -36%

  • Durata media: 16 mesi

  • 🔻 Ultimo dato (Peak to Current): solo -13%

❗️Morale della favola? Se il rallentamento attuale dovesse trasformarsi in una vera recessione, potremmo non aver ancora visto il peggio per l’S&P500.

📌 Storicamente, solo il crollo del 2020 (legato al Covid) è stato così “breve” e poco profondo. Tutti gli altri hanno richiesto mesi (o anni) per completarsi.

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2. Tariffe: il vero shock del 2025

  • L’effettivo tasso tariffario USA è passato da 2,3% (2024) al 23% attuale. Un incremento mai visto dal 1930.

  • Anche con la "pausa di 90 giorni", gli effetti sulla fiducia e sugli investimenti resteranno. Gli indici azionari non hanno ancora scontato pienamente il rischio macro.

📉 Nota chiave: l’incertezza su tariffe, recessione e inflazione rimane più alta che nel 2018-19.


📈 Dazi alle stelle: la tariffa USA è ai massimi da 100 anni

Un altro tassello si aggiunge al quadro macro: la tariffa doganale effettiva negli Stati Uniti è schizzata al 23%, il livello più alto dal 1920.

💼 Secondo J.P. Morgan, prima del 2 aprile il valore era intorno al 10%. Una mossa che cambia le regole del gioco per il commercio globale.

⛔️ Cosa implica?

  • Maggiori costi per le aziende importatrici

  • Inflazione importata

  • Possibile risposta simmetrica da parte degli altri paesi

🧠 Storicamente, l’aumento dei dazi si è sempre accompagnato a fasi di rallentamento economico o turbolenze geopolitiche. E oggi non sembra fare eccezione.

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🏭 ISM Manufacturing: nuovi ordini in forte calo rispetto alle scorte

Un altro segnale di rallentamento economico arriva dall’indice ISM “New Orders meno Inventories”.

📉 Questo differenziale – storicamente anticipatore del ciclo industriale – è tornato in territorio negativo, indicando che le aziende stanno accumulando scorte senza vedere un incremento parallelo degli ordini.

🔍 Cosa significa?

  • Le aziende potrebbero rallentare la produzione

  • Le pressioni sui margini crescono

  • Rischi di tagli alla forza lavoro nel manifatturiero

🧭 È uno dei classici segnali early warning che gli economisti monitorano per valutare la direzione dell’attività industriale. E oggi non sembra puntare verso l’espansione...

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📉 Occupazione USA: le attese stanno crollando

Nel grafico vediamo un forte calo dell’indice di Employment Expectations, che storicamente anticipa l’andamento dei Nonfarm Payrolls (linea nera).

🔍 Cosa osserviamo?

  • Le aspettative sull’occupazione sono crollate su livelli coerenti con passate fasi recessive

  • La serie dei payrolls (a 3 mesi) sta iniziando a mostrare segni di rallentamento

📊 Questo è uno dei classici pattern pre-recessione: il sentiment sulle assunzioni peggiora prima che i dati occupazionali lo confermino.

💡 Un contesto simile in passato ha anticipato fasi di debolezza economica, come evidenziato dalle bande blu che segnalano i periodi recessivi.

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3. Outlook su stili e settori: difensivi avanti, tech in affanno

  • Le "Magnificent 7" hanno perso l’11% rispetto allo S&P500. Il tech non è più un rifugio: crescono le preoccupazioni su valutazioni e utili.

  • Healthcare, Staples e Utilities sono i settori migliori da inizio anno.

  • JP Morgan consiglia esposizione a titoli difensivi europei e a bassa beta.

🔎 Osservazione: il mercato è ancora troppo concentrato sui top 10 titoli dell’S&P500 (37,7% del peso totale).



📊 Top 10 dominano l’S&P 500 come mai prima d’ora

Il grafico mostra la ponderazione dei primi 10 titoli (linea nera) rispetto a quella dei titoli dall’11° al 50° posto (linea blu) all’interno dell’indice S&P 500.

📈 Attualmente, i Top 10 pesano oltre il 37% dell’indice, un livello mai visto nemmeno durante la bolla dot-com (TMT Bubble).

📉 Al contrario, il peso dei titoli dalla posizione 11 alla 50 è in declino, segnalando una forte concentrazione della performance su un gruppo ristretto di nomi.

🔍 Un mercato così sbilanciato su pochi titoli:

  • Amplifica la volatilità dell’indice

  • Riduce la diversificazione effettiva

  • Può diventare vulnerabile a correzioni nei leader

🧠 Storicamente, questi picchi di concentrazione sono coerenti con fasi di fine ciclo o bolle speculative.

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4. Prospettive regionali: Europa, Giappone e mercati emergenti meglio degli USA?

  • Azioni USA: costose (P/E 20x), con rischi sugli utili. Outlook neutrale.

  • Europa: valutazioni più interessanti, stimoli fiscali in aumento, ma ancora zavorrata dalle incertezze sulle tariffe.

  • Giappone: overweight grazie a riforme e dinamiche valutarie favorevoli.

  • Emergenti: valutazioni attraenti, ma penalizzati dall’incertezza geopolitica.

📌 JP Morgan mantiene un posizionamento neutrale su US ed EM, overweight su Giappone, cauto su Eurozona.


📉 MSCI Eurozone vs USA: 2 anni di batoste (con qualche rimbalzo)

Nel grafico vediamo il rapporto tra l’indice MSCI Eurozona e quello statunitense (MSCI US) dal gennaio 2022.

🪓 Da inizio 2022 a oggi, l’Eurozona ha sottoperformato gli USA in maniera significativa, con quattro drawdown principali:

  • -21% nella prima metà del 2022 (guerra, energia, inflazione)

  • -33% tra fine 2022 e metà 2023

  • -32% nel 2024, post picco dei prezzi del gas

  • -24% più recente, tra fine 2024 e inizio 2025

📆 Alcune tappe chiave segnate nel grafico:

  • 🗳️ Elezioni in Francia e USA

  • 🪖 Inizio guerra Russia-Ucraina

  • ⚡ Picco del prezzo del gas

  • 🔧 “Liberation Day” (ovvero l’avvio delle tariffe USA)

📊 Un quadro che riflette tensioni geopolitiche, energetiche e una netta divergenza economica tra i due blocchi. Il recente tentativo di rimbalzo è interessante, ma il gap rimane profondo.

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📊 Utili attesi in Europa: quali settori guidano la crescita?

Diamo un’occhiata al consensus IBES sugli utili (EPS) per il mercato europeo, con previsioni fino al 2027. Ecco i punti salienti:

🔹 2024: un anno debole

  • Crescita EPS complessiva: +2.3%

  • Forte debolezza in Energy (-21%), Automotive (-20.6%) e Media (-37.4%)

  • In positivo solo alcuni settori come Media (+38.5%), Retail (+30.1%), Transport (+13.9%)

🔹 2025-2026: ripartenza generalizzata

  • EPS attesi a +6.1% nel 2025 e +11.5% nel 2026

  • I settori con i migliori slanci attesi:

    • Technology Hardware: +26.2% nel 2025

    • Software & Services: +23.9% nel 2026

    • Semiconduttori: +27.8% nel 2026

    • Media e Retail: sopra il +13% annuo

📌 Focus interessante:

  • Il comparto Discretionary, colpito duramente nel 2024, è atteso in forte recupero dal 2025 in poi

  • Il settore Healthcare è costante, con una crescita EPS intorno al 10-12% annuo

  • Real Estate fatica nel 2024, ma dovrebbe tornare sopra il +10% nel 2027

📉 I ciclici come Energy e Materials, invece, si muovono con maggiore volatilità: male nel 2024, ma rimbalzi attesi nei due anni successivi.

🧠 In sintesi: il consenso scommette su un recupero progressivo e su una leadership degli utili nei settori growth e tech, con un rimbalzo nei ciclici a partire dal 2025

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5. Tassi e inflazione: tagli in arrivo, ma Fed attendista

  • La Fed taglierà i tassi solo da settembre, se e quando il mercato del lavoro inizierà a cedere.

  • Il mercato prezza 3 tagli da 25bp entro giugno 2026. Le aspettative d’inflazione stanno risalendo.


6. Strategia consigliata: difensiva ma selettiva

✅ Restare leggeri su rischio equity nella prima parte dell’anno.

✅ Aumentare esposizione a Difesa, Healthcare, Utilities.

✅ Ridurre crescita e tech USA.

✅ Favorire rotazione su Europa, Giappone, value rispetto a growth.


Conclusione

Per JP Morgan, il rimbalzo tecnico atteso post sell-off non rappresenta una vera inversione. La combinazione di tariffe elevate, valutazioni alte e incertezza politica impone prudenza. Il tempo della ripartenza arriverà, ma nella seconda metà dell’anno e solo se calerà la tensione macro e politica.


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Buon Trading

Salvatore Bilotta


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